TOIANO (PI) IL PAESE FANTASMA DI ELVIRA ORLANDINI,LA BELLA RAGAZZA SGOZZATA NEL BOSCO 5 Giugno 1947

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Incuriosito sono andato a visitarlo ,strada impervia ,ultimo tratto  in ghiaia ,molto stretta  ed in alcuni tratti  è possibile vedere dirupi  non lontano dalle ruote.

Le case quasi tutte in decadimento presentano pavimenti e scale  in attesa di crollare non appena  venissero sfiorati da qualcuno,i soffitti  mostrano travi e tegole che non aspettano altro  di cadere, molte le abitazioni dove i rovi oramai hanno invaso ogni spazio della casa,forse 1/2 case sono abitate, sarebbe opportuno impedire l’accesso a queste abitazioni prima che qualcuno si possa fare male,visto il via vai di persone che ne fanno visita.

 

Anche a Toiano – collina superba del Palaiese, con i suoi impressionanti calanchi, confine naturale tra il verde della Valdera e le spianate del Volterrano – fanno così. Don Eliseo Ceccoli, il parroco, ha mandato tutti a pranzo dopo la messa delle 11, dando appuntamento per le 5 del pomeriggio, orario della processione del Santissimo Sacramento. Quella processione, però, non uscì mai dalla chiesa del borgo. Qualche minuto prima si diffuse la terribile notizia che “avevano sgozzato la povera Elvira”. Elvira Orlandini. La bella Elvira. Una ragazza di 22 anni che abitava con il resto della numerosa famiglia in un podere della fattoria Salt. Le avevano tranciato la gola ai margini della strada che stava percorrendo per andare a riempire d’acqua le brocche a una fonte a poche centinaia di metri da casa. Il suo corpo era dissanguato in un boschetto.

 

Il fidanzato Ugo Ancillotti (morto pochi anni fa), con cui si erano lasciati prima di pranzo, con la promessa di rivedersi alla processione, la stava aspettando in chiesa. Seppe invece dell’accaduto. Inforcò la prima bicicletta che trovò e si diresse verso la casa dell’amata. E qualche centinaia di metri prima, la gente già si accalcava sul luogo del delitto. Per poco non gli venne un malore. Povero ragazzo. Aveva perso la sua prossima sposa.

5 GIUGNO 1947. L’Italia era appena uscita dalla guerra con le ossa rotte e una società a pezzi, spaccata in due tra partigiani e fascisti. Si stava ricostruendo il Paese, ma nelle sue fondamenta fu annoverato anche il caso di Elvira Orlandini, altrimenti noto come l’omicidio del Corpus Domini.

 

La storia della 22enne più bella di Toiano

Sono passati 73 anni da quel 5 giugno 1947 e la narrazione della vicenda, vista con un distacco quasi secolare, ha assunto i contorni di una sceneggiatura o di un romanzo come tanti se ne vedono e leggono. La protagonista della storia, infatti, è Elvira Orlandini, la 22enne più bella del paese di Toiano, in provincia di Pisa. La giovane era figlia di contadini e lavorava in una casa padronale di proprietà della famiglia svizzera Salt.

 

Elvira era promessa sposa a un giovane veterano, Ugo Ancillotti, ma all’altare non ci arrivò mai.
Il pomeriggio del 5 giugno 1947 percorse i 200 metri che separavano la casa dalla fonte alla quale prendeva l’acqua, per non fare più ritorno. Fu rinvenuta nel Botro della Lupa (un fossato nel bosco delle Purghe) durante la processione del Corpus Domini. A trovare il corpo fu proprio il padre, che nel dramma del momento spostò anche il corpo, compromettendo così le successive indagini.

Le indagini sulla sua morte

La causa del delitto sembrò subito evidente: la gola di Elvira era aperta da parte a parte e l’autopsia confermò che la giovane era morta per “soffocamento interno“.

 

Nessun coltello, nessun testimone, ma il maresciallo Leonardi, iniziò subito a sospettare di una persona precisa: il promesso sposo Ugo Ancillotti. L’unico vero indizio verso di lui era che il giovane si presentò sul luogo del ritrovamento senza essere stato avvisato da qualcuno, oltre che per alcune macchie di sangue sui pantaloni. Qualche problema nella relazione tra Ugo e la Bella Elvira alimentò i sospetti. Ancillotti così finì in carcere e ci restò fino al 1949, anno della sentenza di un processo che spaccò nuovamente l’Italia in due.

 

Il processo e il clamore mediatico

Come in ogni classica sceneggiatura hollywoodiana di questo genere, entra in scena l’avvocato difensore. Nel caso dell’omicidio della Bella Elvira fu il parlamentare socialista Giacomo Picchiotti, fermamente convinto dell’innocenza di Ancillotti. Il processo, che catturò tremendamente l’opinione pubblica e si concentrò su dettagli macabri come la presunta verginità della giovane e stanò anche medium e altre dubbie personalità, durò ben 2 anni. Ancillotti li passò tutti in carcere, mentre fuori l’Italia si divideva tra chi lo riteneva colpevole e chi innocente.

Assolto per mancanza di prove

L’accusa puntava tutto su certi elementi, che la difesa di Ancillotti però rivolse a proprio favore.

 

Su tutto, venne fatto notare che Ugo si stava dirigendo a casa degli Orlandini e che il Botro della Lupa era proprio su quella strada, motivo che spiegherebbe la sua comparsa sul luogo del delitto. Inoltre, l’impronta ritrovata vicino al cadavere era un 40, mentre Ancillotti calzava il 43. Tutto questo portò all’assoluzione dell’imputato per mancanza di prove. Ugo Ancillotti è morto nel 2013 a 91 anni e resterà per sempre l’unico imputato di quell’omicidio.

Le altre ipotesi sull’omicidio della Bella Elvira

Esaurita la vicenda di Ancillotti, tuttavia, resta (e resterà) per sempre il mistero su chi abbia ucciso Elvira Orlandini.

 

Era davvero incinta, come sostenne una medium? Fu uccisa dal figlio della famiglia Salt, dove Elvira lavorava come domestica? Chi fu a mandare una lettera anonima ad Ancillotti, in cui suggeriva di sposare la giovane? Ipotesi e domande che ancora oggi appassionano i fan dell’occulti, attirati nel paese di Toiano in cerca del fantomatico fantasma di Elvira.

La verità non sarà mai più chiarita e sul caso resterà un perenne velo di mistero. Un velo come quello da sposa che la Bella Elvira avrebbe dovuto indossare e che invece le fu messo addosso solamente nella tomba.

Sgozzata nel bosco alla vigilia delle nozze, la storia di Elvira Orlandini

 

Quando uscì per andare a prendere l’acqua alla fonte del Botro della lupa, nei boschi vicino casa, il 5 giugno del 1947, Elvira Orlandini stava preparando il corredo per le nozze. Il suo candido abito, la domestica della villa della ricca famiglia Salt, lo avrebbe messo per andare nella tomba. Fu trovata sgozzata dai fedeli in processione per il Corpus Domini. Il suo caso riempì le prima pagine dei giornali fino all’enigmatico epilogo.

 

Foto cioletti claudio Testi fonte web.

 

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cicl

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